martedì 27 agosto 2013

Turnover di colleghi

Da qualche giorno abbiamo un nuovo collega, che non è un ragazzino, come verrebbe naturale pensare quando si parli di "un nuovo collega", ma un attempato signore ultracinquantenne con la panzetta e pochi capelli, pacioso come un ultracinquantenne orsetto di peluche.
Arriva nel nostro settore per ricoprire una posizione lasciata vacante da un vecchio collega che ci ha lasciati, che non era un anzianotto a cui è preso l'infarto, come verrebbe naturale pensare quando si parli di "un vecchio collega", ma di un trentaduenne che ha trovato un altro lavoro.

Il nostro nuovo collega si chiama Sauro, e quindi lo chiamiamo tutti "Il Signore degli Anelli".
Di fianco alla sua scrivania c'è il tritacarta, strumento la cui utilità abbiamo sempre messo in gravissimo dubbio e che abbiamo usato un'unica volta per far sparire il cartello anonimo "Al capo piace l'uccello", ma che ha finalmente acquisito un suo motivo di essere: l'abbiamo ribattezzato "il Monte Fato" e devi riuscire a portarci la carta e tornare alla tua scrivania evitando gli elastici lanciati dai colleghi.
Gli elastici sarebbero i Nazgûl.
E insomma ci divertiamo.

Sauro non capisce, gli sfugge la sottigliezza della nostra simpatia, ha però intuito di essere in qualche modo al centro dello scherzo. Questa mattina, che con le risate eravamo particolarmente su di giri, si è inalberato (come un Ent! Ha fatto così: video) e ci ha detto che non era più disposto a subire le nostre prese in giro.
Ci ha fatti sentire come dei bambini cattivi che vessano il compagno mingherlino durante l'intervallo e nessuno di noi sapeva cosa rispondere. In fondo ci muoveva proprio quella stessa ingenuità dei ragazzini, che non si rendono conto di umiliare qualcuno con i loro scherzi e le loro sghignazzate.
L'ufficio è come la scuola, ed entrambi sono come la vita: senza volerlo, senza pensarci troppo, ci si lascia trascinare dalla corrente e non si pensa alle conseguenze.
"Hai ragione, Sauro" ha bofonchiato qualcuno. "Siamo stati pesanti e ti chiediamo scusa".
"Va bene", gli era già tornato il sorriso ed era di nuovo pacioso. E' proprio buono Sauro, si vedeva che ci aveva già perdonati. 
"Per questa volta chiuderò un occhio".

Ci stiamo ancora sganasciando*.

* Per chi negli ultimi 70 anni avesse vissuto in una caverna hobbit e non sapesse nulla de Il Signore degli Anelli, nè libri nè film, la manifestazione terrena di Sauron, l'arcicattivo della storia, è un grosso occhio bordato di fuoco.
Ma in effetti, i più ritengono che si tratti di una gigantesca figa fiammeggiante.


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