martedì 30 novembre 2010

La verità è come un cigno che deraglia


Spesso la gente per strada mi ferma e mi domanda perchè sto scrivendo così poco sul blog. Da un lato fa piacere, perchè significa che quello che faccio viene apprezzato, dall'altro è un po' fastidioso, perchè devi continuamente giustificare il tuo privato alle altre persone.
Ieri, ad esempio, alla quinta volta nell'arco di due ore che me lo chiedevano sono sbottato: "la smetti di rompermi i coglioni!? Sono due ore che mi segui!"
"Mamma è molto rattristata per il fatto che non scrivi più."
"Lo so, lo so, dille che è solo una fase, prima o poi la fantasia mi tornerà."
"Vieni a pranzo, domani?"
"Sì."
"Allora ci vediamo domani. Non fare tardi, si mangia alle 13."
"Sì, sì, lo so. Ciao papà."
E' faticoso essere delle celebrità.

Comunque se ho scritto poco c'è un motivo. Come questa volta e questa volta e questa volta e questa volta e anche questa volta.
Certo che ci sono state un sacco di volte. Ci sono più volte nel mio blog che in un duomo gotico.
Comunque, dicevo, se ho scritto poco c'è un motivo e anzi, voglio superarmi, ci sono un sacco di motivi!
E vado qui ad elencarli.
Poi votate quello che secondo voi è quello vero.

sabato 27 novembre 2010

Eredità mancate

Amici carissimi, vengo al mio problema.
Beh, ecco, è un po' imbarazzante, abbiate pazienza...trovo qualche difficoltà a parlarne, ma mi sento un grosso peso dentro che vorrei condividere con voi.

Ecco, io non è che non voglia bene a papà. E' stato un bravissimo padre, non mi ha mai fatto mancare nulla, è sempre stato presente...
Mi vuole bene e mi ha sempre trattato amorevolemente, se escludiamo quella volta che ha cercato di farmi ammazzare. Ma non gliene voglio, per questo.
Il problema è che comincio veramente a nutrire un po' di risentimento dovuto ad un senso di inutilità. Cioè, l'azienda di famiglia è solida, magari a tratti non va benissimo, ci sarebbero cose da sistemare e migliorare, non dico di no, ma nessuno è perfetto: facciamo quello che possiamo e ci danniamo l'anima per far funzionare tutto!

Però...qualunque figlio che lavori con il proprio genitore, permettetemi di dirlo, con tutto il bene che vuole alla sua famiglia...sa che un giorno suo padre si farà da parte...insomma, è la natura, no?...e beh...conoscete la frase "figlio, un giorno tutto questo sarà tuo"...ecco, sento che per me quel momento non verrà mai. Intendiamoci, non che io voglia che papà venga meno, per carità, ma non avrò mai la soddisfazione di un padre che ti prenda da parte e ti dica "figliolo, è giunto il momento che tutto quello che ho costruito passi a te. Continua tu ciò che ho iniziato, so che mi renderai orgoglioso" e compagnia bella.
Non è un fatto di egocentrismo o smania di potere...è proprio la base del rapporto filiare...viene a mancare il senso di continuità verso un genitore che poi è un po' il motore di qualunque figlio ami e stimi il proprio padre...

Mah, non so se riusciate a comprendermi, ma vi confesso che già solo parlarne con qualcuno mi fa sentire sollevato...

martedì 9 novembre 2010

IppoNews - 09/11/10


Chissà mai che ci scappi un pompino.