venerdì 24 settembre 2010

Si vis pacem, parabrezza


E' di nuovo passato tantissimo tempo dall'ultimo post.
Scusate, ma in questo periodo ho un sacco di cose da fare.
Mangio.
Dormo.
Faccio pipì e pupù.
Lavoro.
E poi un sacco di altre cose che ora è inutile stare ad enumerare.

Ma in mezzo a tutto questo mare di impegni, un qualcosa ha attirato la mia attenzione spingendomi a riprendere in mano la penna e a vergare queste parole sul monitor.
Ora ho il monitor tutto pieno di scritte e sto cercando di ricopiarle con la tastiera, il che non è per niente agevole.

Cos'è stato a turbare la mia inerzia? Una drammatica storia letta sul giornale.
Lui stava con lei, che lo picchiava.
Lei era apparentemente una ragazza normale, come se ne vedono tante in giro, ma di dentro era una di quelle donne violente come se ne vedono tante nel wrestling femminile e nelle svendite speciali ai grandi magazzini.
Era cresciuta in una famiglia in cui il padre era violento, la madre violenta e lei violetta, per le botte ricevute.
Il padre una volta lesse su un almanacco il modo di dire "volere la botte piena e la moglie ubriaca" e se ne innamorò, così decise che da quel giorno quello sarebbe stato il suo motto.

mercoledì 15 settembre 2010

Discorsi (4)


MARTEDI', 10 AGOSTO 2010
Stamattina ci siamo svegliati al canto del gallo.
Non sappiamo chi dei nostri vicini di tenda avesse un pollaio, ma la gente in campeggio si porta appresso le cose più strane.
C'era anche un qualche altro strano uccello che faceva PRUUU! PRUUU!, che però era niente in confronto a quello che faceva URRAGAAA! URRAGAAA! e zero totale in confronto a quello che cantava Sere Nere di Tiziano Ferro.

In mezzo a questo bel cantico delle creature abbiamo smontato la tenda e siamo partiti verso il nulla, senza una meta precisa se non col chiaro intento di allontanarci dall'uccello di Tiziano Ferro, che detta così sembra una cosa ambigua ma non lo è.

La strada verso sud era molto stretta e perniciosa, ma il panorama decisamente mozzafiato. Siamo arrivati fino a Galeria e qui ci siamo fermati per fare il bagno.

Avessi saputo che anni fa qui sono stati avvistati degli squali col cavolo che l'avrei fatto, il bagno! L'unica cosa che mi viene in mente di peggio degli squali di Galeria, sono gli squali di platea. O peggio ancora di platessa, che tu credi di mangiare un filetto alla sorrentina e invece sbuca fuori dal piatto uno squalo tigre e sei morto!

giovedì 9 settembre 2010

La Coop sei tu


Sabato ho fatto la spesa all'Ipercoop e si sa che quando fai la spesa all'Ipercoop ti danno in media un sacchetto per ogni prodotto che hai comprato.
Così ti ritrovi con cinquanta sacchetti minuscoli ciascuno contenente una banana, un pacco di pasta, una bottiglia di succo di frutta, una BIC, una fetta di prosciutto...

Tutto fila perfettamente finché sei nei pressi del supermercato - loro ci tengono a coccolarti - perché man mano che la cassiera ti passa i tuoi sacchetti monoprodotto tu li trasli nel carrello e morta lì.
Vai alla macchina, svuoti il carrello un sacchetto alla volta e te ne vai a casa. Ed è a questo punto che si consuma il dramma, perché a meno che uno non abbia voglia di trascorrere la giornata a fare avanti e indietro dall'auto all'appartamento, prova a caricarseli tutti assieme. 
Che il sacchetto monoprodotto è infido: è piccolo, c'è dentro una banana, quanto può pesare? E tac, infilato sul mignolo. Poi tac, un altro sull'anulare. Tac, tac, tac, ha finito la prima mano. L'altra ti serve per tirare fuori i restanti sacchetti dal bagagliaio, quindi ricominci il giro sulla stessa mano.
Tac, tac, tac, tac e ritac, ti ritrovi che hai cinque sacchetti per dito e cominci a stare rattrappito che sembri Nosferatu.

Gli altri venticinque sacchetti ancora nel bagagliaio, a questo punto, li raccogli infilandoli con i singoli diti come dei fili nelle perline.