mercoledì 29 luglio 2009

Disagi moderni


Io credo che il vero male del mondo moderno siano le scarpe col tacco.
Non le scarpe col tacco in sè perchè loro, poverine, che ne possono? E' come dire che una pistola è cattiva, invece no: è cattivo chi la usa per sparare alla gente. Ma di per sè una pistola ha tantissimi altri usi che ne fanno un oggetto neutrale.
Ad esempio...usata a rovescio col calcio come martello per appendere un quadro...oppure...mmmmm...come fosse una frusta da cucina per fare l'uovo sbattuto.

Insomma, è un discorso banale, sentito e risentito.
Che poi certo che il discorso si risente: se uno gli dice che è banale! E vorrei vedere, se uno venisse lì a dirvi che siete banali vi risentireste pure voi!
Ma non è questo il punto!
Il punto è che le scarpe col tacco diventano cattive se ai piedi di una vecchia ciampornia.

Ciampornia.
Questo termine un po' arcaico e presumo dialettale che qui dove sto io viene usato per definire una signora di mezz'età che ancora si sente giovane e come tale si veste.
Ma che poi di per sè anche il piede della vecchia ciampornia non è cattivo, come non lo è la vecchia ciampornia.
E' tutto un insieme di cose, che rende la scarpa col tacco al piede della vecchia ciampornia il vero male del mondo moderno.

lunedì 27 luglio 2009

Sparate sul pianista


Caspita, qualcosa come quattro giorni senza nemmeno un post!
Ci siete rimasti male?
Beh, alla fine del secondo giorno di vita del blog, mio fratello me l'ha detto: "ma oggi non hai postato niente!"
No, Mandino, non avevo postato niente perchè era un esperimento per vedere in quanti ve ne sareste accorti. Te ne sei accorto tu, Mandino, l'unico che davvero si renda conto delle potenzialità infinite che questo blog ha e che probabilmente non esprimerà mai.

Il secondo giorno di silenzio, invece, era semplicemente dovuto all'avere altro da fare. Insomma, io c'ho una vita da vivere, non è che possa stare sempre attaccato ad una tastiera.
Quelli sono i musicisti da pianobar, non io.
Nossignore, se c'è una cosa che non voglio essere nella mia vita è proprio un musicista da pianobar.
Ci sono un sacco di altre cose che non voglio essere nella mia vita, se ci penso.
Morto, tanto per dirne una. Ma musicista da pianobar, ancor meno.
Non so bene perchè. Forse perchè mio padre era un musicista da pianobar. Anche mio nonno era un musicista da pianobar. E suo padre prima di lui. E suo nonno anche.
Il suo bisnonno non era un musicista da pianobar, invece, ma peggio: era un pianobar.

mercoledì 22 luglio 2009

Masnade

Chissà perchè uno ha l'idea che su un blog sia giusto mettere soltanto un post al giorno.
Forse perchè è come un diario giornaliero, ma se io non esaurisco tutti i pensieri in un giorno solo cosa faccio, li spreco? Non posso fare un secondo post e poi un terzo, un quarto e così via, finchè non ho detto tutto quello che avevo da dire?

E se magari il giorno dopo sono un po' spento e non ho voglia di scrivere, la gente ci rimarrà male? Personalmente seguo alcuni blog che, se saltano un giorno, mi lasciano un senso di vuota insoddisfazione, ma nel mio, in cui cadono gli ippopotami, non è che le cose si possano pianificare con precisione.
Magari oggi ne cadono due, domani nessuno, dopodomani neanche e poi fra tre giorni ne vien giù una masnada.

...certo che una masnada di ippopotami dev'essere gran bella da vedere...

E con questa bella pensata per ora ho finito i pensieri.


Un inizio brillante e poi via liscio...

Oggi è il primo giorno di questo blog.
Nasce così, perchè ogni tanto mi piace raccontare delle cose. Nessuna illusione, non sarà un blog utile e in effetti mi rispecchia abbastanza.

E, per dimostrare subito che questa è la vera provata verità, lo inauguro raccontandovi la mia giornata.
Che poi è una scelta stupida raccontare la mia giornata quando è appena passata l'ora di pranzo, perchè cosa mai può essermi capitato d'interessante fino a quest'ora? Buon senso vorrebbe che aspettassi stasera, per Giove! Forse più tardi avrò qualcosa che valga la pena di essere raccontato...

Però no, ho troppo voglia di sverginare questa pagina.

E allora vi dico che oggi è il primo giorno di lavoro nel nuovo ufficio.
Dovete sapere che qui dove lavoro io si cambiano attività e ufficio come i camaleonti cambiano colore.
Con indolenza e roteando gli occhi, intendo.
D'altra parte fai appena in tempo a scaldare la sedia e a dare all'imbottitura un accenno di forma delle tue chiappe, che subito ti spostano. Ma per fortuna i nostri responsabili hanno compreso il dramma da ROM che viviamo e così ci sono venuti incontro: possiamo portarci dietro la sedia.