giovedì 31 dicembre 2009

Sant'Antonio è o' nemico rò demonio


Oggi mi sono svegliato con la luna storta, poi ho aperto la mail e ho trovato sei diverse catene di Sant'Antonio, una più scema dell'altra.
Pertanto, in questo istante odio tutto e tutti, soprattutto quelli che mi mandano le catene di Sant'Antonio.
A questi individui - persone che per altri versi sono degne di stima - vorrei dedicare questo messaggio:
BASTA!

Adesso, voi potete abbandonare questa pagina oppure fare copia e incolla su un'e-mail e poi inviarla a tutte le persone che vi vogliono bene. Spero che non scegliate la seconda, perchè in tal caso non la leggerà nessun altro.
In entrambi i casi vi capiterà una delle seguenti cose:

- se la invierete a 2-5 persone, vi verrà l'alitosi fulminante;

- se la invierete a 6-10 persone, vi si seccherà lo scroto se l'avete, o vi verrà se non l'avete;

- se la invierete a 11-20 persone, non sarete più in grado di parlare con la gente se non in rima, vivendo nel terrore del giorno in cui qualcuno pronuncerà la parola "fegato";

domenica 27 dicembre 2009

Che ne sai dell'essai?


Il più recente cinepanettone di Neri Parenti, Natale a Beverly Hills, potrebbe finalmente ottenere il riconoscimento che da tempo spetterebbe ai suoi predecessori, ma che la cecità di una certa classe cosiddetta intellettuale finora ha negato.
Gioiamo tutti in coro alla notizia che Natale a Beverly Hills sia stato qualificato come film d'interesse culturale da un'apposita commissione, qualifica da confermare, però, dopo visione della copia campione.

Sul sito della Direzione Generale per il Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali si può leggere che la Sottocommissione per il riconoscimento dell'interesse culturale è costituita da sei esperti altamente qualificati nei vari settori delle attività cinematografiche individuati ai sensi dell’art.2 del D.M.. 27.9.2004.

I sei esperti sono i seguenti:
Bombolo, Alvaro Vitali, Mario Brega, Jimmy il Fenomeno, Pippo Franco e il Commendator Zampetti.
Alcuni di questi purtroppo non sono più vivi, ma per fortuna ciò non ha impedito loro di godere del valore inconfutabile di Natale a Beverly Hills.

venerdì 25 dicembre 2009

Papa paponzi ponzi ponzi


(25/12/09) CITTA' DEL VATICANO - Una donna si getta su Benedetto XVI mentre si avvicina all'altare di San Pietro per celebrare la messa della notte di Natale. Il papa cade, ma si rialza quasi subito, aiutato dai cerimonieri, mentre il card. Roger Etchegaray, 87 anni, si accascia e viene portato via.
Fonte: Ansa

La donna è stata immediatamente fermata e tratta in arresto.
Dalle prime notizie si è appreso che è affetta da disturbi psichici ed in cura da tempo presso strutture di recupero.
La donna, vestita di rosso, si era slanciata contro il Pontefice con forza inusitata durante la processione, gettandolo per terra. Nella tasca del suo vestito sono stati ritrovati una cartina della città di Roma - con la quale avrebbe forse voluto picchiare il Santo Padre sul coppino - e un crocifisso.
Al momento è ancora inspiegabile la presenza di questo secondo oggetto.

Il Pontefice, immediatamente soccorso, ha espresso il desiderio che venisse tirata fuori dal garage la papa-mobile, quindi si è issato sul predellino e da lì ha rassicurato i suoi fedeli. Dopodichè ha officiato la messa, mostrandosi solo lievemente scosso: dall'altare ha tuonato che non se ne può più di quest'ondata di attacchi da parte dei comunisti e ha lanciato una scomunica indirizzata a tutti coloro che si vestono di rosso o girano con delle cartine della Città Eterna in tasca.
Moti di terrore si sono scatenati tra torme di giapponesi, dimentichi di essere prevalentemente scintoisti.

mercoledì 23 dicembre 2009

Di cavalli, neve, culi e ciclopi


Oggi ho litigato con un tipo. Beh, litigato è un termine un po' forte per quello che è successo, anche perchè chi mi conosce sa che difficilmente perdo le staffe.
E' successo una volta sola e non sapevo dove tenere i piedi, il cavallo ad un certo punto mi è scappato di sotto e senza cavallo non avevo nemmeno un posto per attaccare le gambe, quindi stavo coi piedi e le gambe ciondolanti nel nulla e provatevi voi a cavalcare così!
Situazione incresciosa davvero, per cui da allora sto molto attento a che non mi capiti più.

Comunque, considerato che c'è la solita emergenza neve, non capisco perchè la gente guidi in un certo modo. Dico io, ok che non sai che sta arrivando l'inverno, d'altronde non è che capiti sempre nello stesso periodo e ci si possa preparare per tempo (qui da noi, poi, l'inverno è arrivato proprio improvvisamente: un giorno eravamo ancora in autunno e il giorno dopo, di colpo, era inverno!), ma, anche se non lo sai, poi ti accorgi che nevica e stai più attento.
L'aderenza, per Giove! Lo sai che con la neve hai meno aderenza! Ma no, c'è gente che guida come se avesse il gatto delle nevi. Questo qui in particolare aveva la panda e la usava come fosse un panda delle nevi.

martedì 22 dicembre 2009

Assolempro tregoriggio


Il tripinzio ha gardulato.
Conicchio lo spurento, ma travando le conguaglie mi si assitta la massuria. Troppere il carinzio?
Sastulo!
Gurimindo il tripoletto alla percula samaguria, sostagno del pertonio, imprescio al paracchiurlo. "Affabbiando l'arimanto segoluccio - tripeta sorente il Casolano - simongio le corecchie spurte. Succioppero..."

Si conserge l'esperitio al tracolato castio. Trigana, tripeda, tropela, trupestra. E se il signeggio scarma?
...Boh!

Ullicciare l'orosmando non beccaggia l'imprimonte - granula il fetocchio. E Capperando la sustenzia, cortimava tra le pretule.
Pretule!
Camaiotole semprai!

Lo zucchiarto non si guanda quantre trepole quarizza...ma la lempura suderchia invereconda. Smemora.

Si poterca carolare trul di ciacchiero giovesco? Fultre popore guadiscono. Il simurlo ropertino sompra quellule gastose, sicolando operavoso sulle ghiuscole zumasce. Seperone!
AH! AH! AH! AH! AH! AH! AH! AH!

...che guiscardo...

lunedì 21 dicembre 2009

Il senso di Smiki per la neve


Nel mio ufficio fa un caldo d'inferno. Una mia collega ha delle piante sulla scrivania: erano normali pianticelle da interni, alte una quarantina di centimetri, poi per evoluzione naturale si sono adeguate al clima e sono diventate alberi da foresta equatoriale.
Niente di male per le piante, ma le scimmie ci rubano le penne.

Al contrario, nel corridoio al di fuori dell'ufficio c'è un freddo polare.
Quando apriamo la porta la corrente d'aria calda dell'ufficio si scontra con quella fredda del corridoio e si crea un uragano.
E' una tribolazione lavorare con le scrivanie che viaggiano per la stanza, e bisogna stare sempre attenti a schivare pc e scimmie volanti, ma è comunque meglio di quando le scimmie giocano a lanciarsi le merde...
Per fortuna, ogni tanto gli orsi polari si sporgono dal corridoio e ne divorano una, così per un po' se ne tornano buonine sugli alberi.

Il responsabile del riscaldamento del palazzo dice che è tutto in regola e non c'è nulla che non vada, però intanto lo trovi in corridoio con le moffole e le pelli di foca e dentro gli uffici in bermuda ed infradito.

domenica 20 dicembre 2009

La parabola del grasso odioso e del caro ragazzo


Ieri ho detto che, in futuro, vi avrei parlato di P.R., il Poderoso Roncolatore, il Divoratore di Mondi, il Bisonte Infuriato, la Falce della Morte, il Facinoroso di Torino, il Sapone di Marsiglia.
Quel futuro è oggi.

Tempo fa giocai col suddetto mostro una partita ad un gioco che si chiama Ra. Trovate maggiori informazioni su Ra a questo link, per ora vi basti sapere che si tratta di un gioco di aste in cui, in ogni round, avete in mano tre tessere "sole" ciascuna con un valore compreso fra 1 (il minimo) e 13 (il massimo). Chi in ogni asta punta il sole di valore più alto si conquista il piatto, composto da altre tessere che permettono di guadagnare punti vittoria.

Qui sotto vi riporto papale papale come si svolse quell'infausto episodio e ciò vi consentirà di comprendere di che razza di bieco personaggio stiamo parlando.

La parabola del grasso odioso e del caro ragazzo
Vorrei solo raccontarvi una storia.
Una storia educativa, i cui protagonisti sono un ragazzo umile e modesto e un grasso bisonte iracondo e tronfio.

sabato 19 dicembre 2009

Il fascino discreto della boardgamesia


Ieri sono stato minacciato da un omone perchè non ho ancora parlato del mio gruppo di gioco.

Come già spiegai in codesto post, sono un appassionato di giochi da tavolo. Che quando la gente mi chiede: "cioè? Cosa intendi per giochi da tavolo?" io spiego: "mah, sai, tipo Risiko! e Monopoli, però noi non giochiamo mai a Risiko! o Monopoli. Quelli son di 60 anni fa, da allora c'è stata una qual certa evoluzione".
Manifestato tutto il suo assenso con cenno del capo, sgranar d'occhi e "aaah, ecco...", a quel punto l'interesse del mio interlocutore vira immediato su altri argomenti di maggior presa, come la levigatura del parquet o, per i più intraprendenti, l'abigeato delle bufale cafre.

Se solo s'avesse la compiacenza di dedicare qualche altro secondo d'attenzione al mio disquisir di ludicità, si verrebbe a scoprire che esiste un gigantescamente florido mondo di giochi da tavolo!
In Germania.
In Italia non è così florido, però con gli anni sta migliorando, ma tanto noi, duri e puri del boardgame, spesso compriamo i giochi direttamente dai negozi online tedeschi o americani.

domenica 13 dicembre 2009

Guida poco che devi bere


Esperimento.
S'intitola: Cosa scrivi sul blog quando sei ubriaco?
Svolgimento dell'esperimento: festa di compleanno, ristorante brasiliano, caipirinha, vino, carne, ballerini, capoeira, danze.
Mescolare il tutto senza tanto ritegno. Anzi, di ritegno è meglio tenerne un po' da parte che nella vita può sempre ritornare utile.
Una volta mescolato, bere tutto allegramente.
Il risultato è questo post, che forse non vincerò il Pulitzer...ma si può dare il Pulitzer ad un post su un blog? Io non credo, però non posso dire di conoscere le regole del Pulitzer.
Poi mi guardo intorno, nella stanza in cui sto scrivendo, e penso che però meriterei ad honorem lo Sporchitzer. Qui è uno schifo e non solo perchè sono ubriaco. Beh, forse per questo motivo vedo sporco il doppio di quanto sia in realtà, ma visto che è comunque sporco almeno sei volte più di quanto si confà ad una casa decente, significa che anche se stessi vedendo doppio sarebbe sporco tre volte di troppo.

L'altro giorno dei colleghi parlavano di un coso che è un aspirapolvere automatico. Broom-qualcosa. Broommy o Broombo o Broomuro o non mi ricordo. Comunque è un aspirapolvere automatico, in qualunque dannato modo si chiami.
E' un coso tondo con le ruote - se guardate la tv forse avrete visto la pubblicità (io non la guardo, quindi ho dovuto aspettare che ne parlassero dei colleghi per scoprirlo) - che pulisce autonomamente i pavimenti.

martedì 24 novembre 2009

L'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio s'è cinta la pasta


Ho deciso di dare una svolta alla mia vita per aiutare l'Italia ad uscire dalla crisi.
Faccio mio il pensiero del buon Ministro Rotondi, che ha da tempo abolito la pausa pranzo perchè quell'orario lì è il più produttivo, ma partendo da tal pensiero mi spingo ben oltre, perchè il buon Ministro Rotondi non ha pensato che ci sono altri momenti che potremmo dedicare al lavoro piuttosto che ai nostri bisogni fisici.

E così ho deciso di eliminare le pause per andare in bagno.

In effetti, ho notato che il momento in cui produco di più, nell'arco dell'intera mia giornata lavorativa, è proprio quando sto seduto sul water.
E allora perchè non dedicare quei lunghi, inutili minuti trascorsi sulla porcellana ad altre attività ben più utili al rilancio della nostra malandata economia?
Per non dire dei minuti che subito precedono la corsa al bagno: in quei lunghissimi secondi in cui non vedi l'ora di scapicollarti al water, ma quanto lavori veloce?!? Quando sei lì che saltelli sulla sedia, ma proprio non puoi alzarti perchè non puoi lasciare a metà ciò che stai facendo, diventi un'ira di Dio! Sbrighi le pratiche ad una velocità inusitata, senza distrazioni, in apnea come Enzo Maiorca!
E poi, finalmente, arrivi al trono e ti godi il rilassamento...

Quando non so cosa scrivere un motivo c'è


Vorrei scrivere qualcosa di sagace perchè mi sono reso conto che questo mese sono stato poco produttivo.
Vorrei davvero riuscire, ora, a scrivere qualcuna di quelle righe che si meritano un posto di tutto rispetto nella millenaria storia della letteratura e che chiunque può riconoscere come mattone imprescindibile della produzione culturale umana.
Onestamente e senza falsa modestia, credo di non avere alcuna difficoltà a farlo.
Ecco: "Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli. Morire, dormire, nulla di più, e con un sonno dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie naturale retaggio della carne, è soluzione da accogliere a mani giunte."
Che ci voleva?
Non ci ho messo nemmeno tanto, anche se ammetto di avere usato il copia&incolla. Se le avessi scritte battendo tasto per tasto c'avrei messo qualche mezzo minuto di più.

Comunque ora anch'io mi domando se sia più nobile sopportare gli ortaggi o prender l'armi contro il mare di Tripoli, come si chiede il Bardo.

mercoledì 18 novembre 2009

A che bell’ò cafè, pure in ufficio ‘o sanno fa


Ieri non ho scritto, ma ho la scusa che ho dovuto lavorare seriamente.
Due giorni fa.
Ieri ero ancora sotto shock.
Qui non siamo mica come a Milano che si lavora a tutte le ore del giorno e della notte e della sera e se poi esci dall'ufficio prima delle 20 sembri uno che non ha voglia di lavorare e tutti ti additano.

Dove lavoro io non è così.
Qui ti additano se non prendi il caffé a colazione, a mezza mattinata, dopo pranzo e poi un altro nella pausa di metà pomeriggio e poi uno ancora prima di uscire dall'ufficio, cioè un'ora dopo la pausa pomeridiana.
Quindi finisce che bevi cinque caffé al giorno, di cui gli ultimi tre nell'arco di un'ora e mezza.

Poi si stupiscono che uno diventi nervoso.
Alcuni miei colleghi sembrano in preda al delirium tremens.
Una volta gli operai in strada sono venuti a lamentarsi perchè per il tremore del nostro palazzo non riuscivano ad andare dritti col martello pneumatico.
"Insomma, noi dobbiamo lavorare!" ci ha detto il capocantiere, sbuffando.

lunedì 16 novembre 2009

Divagazioni della peggior specie


Stamattina mi è arrivata una mail di quelle filosofico-sentimentali e ho notato che tale mail era stata mandata a tutte femmine eccetto il sottoscritto.
Lì per lì la cosa mi ha fatto piacere e mi sono detto: "corbezzoli!" - che è una cosa che non dico tanto spesso - "evidentemente mi differenzio dagli altri maschi per qualcosa che mi rende più degno di amicizia. Forse è perchè sono onesto e le ragazze percepiscono che non sono un nemico e che non mi interesso a loro solo come fossero pezzi di carne, ma so apprezzarne l'interiorità e la profondità dello spirito".

Quindi ci ho pensato un po' e mi è venuto in mente di quando un mio amico veniva continuamente invitato dalle sue colleghe ad uscire e si trovava sempre in mezzo ad un sacco di ragazze. Ciò lo rendeva molto felice e pensava: "mi invitano perchè sono diverso dagli altri maschi".
Infatti pensavano che fosse gay.

Non sapendo se questo c'entrasse qualcosa con la mia situazione, mi sono fermato un altro po' a pensare.

Ora, dire "mi sono fermato" in realtà non è così corretto, perchè potrebbe indurre a credere che fossi in movimento.
In realtà sono fermo, perchè sono in ufficio.

domenica 15 novembre 2009

Odio le gare. Preferisco essere legato

Contest Blografando-1° edizione
Contest by Blografando & Adelebox


Io non sono un tipo competitivo. Da bambino ero timido e gareggiare non è certo il modo migliore per passare inosservato: se vinci, beh, hai vinto e tutti ti fanno i complimenti. Se perdi, beh, sei una schiappa e ti tirano le pietre.
Sì va bene, in genere nessuno ti tira davvero le pietre, a meno che tu non sia un uomo delle caverne e stia partecipando alle Troglolimpiadi.
Le facevano, eh, non crediate di no. Gli archeologi hanno rinvenuto fior di attrezzature sportive, tutte di pietra, intagliate nella selce.
C'erano le pietre lunghe che fungevano da giavellotti, le palle di pietra che servivano per il lancio del peso e addirittura delle pietre quadrate che servivano per il lancio del disco. Quadrate perchè se non avevano ancora inventato la ruota figurarsi se avevano inventato il disco, che tanto senza il giradischi non sarebbe comunque servito a nessuno.
E come lo incidevano, poi, un disco di pietra? Ci vuole la punta di diamante e vagliela a fare, la punta, ad un diamante! Ci vuole il temperamatitedidiamante pure lui di diamante! Insomma, un casino...

Sia come sia, se perdevi alle Troglolimpiadi, dicono gli archeologi, ti sommergevano sotto una gragnuola di pietre, a spregio.
Se vincevi, invece, ti mettevano al collo una gigantesca medaglia d'oro. Di pietra.
E ti cingevano anche la testa con una ricca corona d'alloro.
Di pietra.
Gli archeologici dicono che è difficile capire dai resti chi avesse vinto e chi perso, perchè in ogni caso giacevano sotto una gragnuola di pietre.

sabato 14 novembre 2009

Festa a sorpresa


Dove lavoro io, quando è il giorno del tuo compleanno non lo puoi tenere nascosto.
Ci ho provato, ma è stato inutile.
Non avevo diffuso la notizia per evitare che i colleghi mi facessero regali e per evitare, soprattutto, di dover portare le paste.
Entro la mattina, come niente fosse, e vado a timbrare.
Inserisco il badge nella macchinetta e PIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Sirena antiaerea.
Mentre mi getto sotto il primo tavolo che trovo vedo tutti i miei colleghi che escono dagli uffici: "TANTI AUGURI!!!", "E' IL TUO COMPLEANNO!", "NON CE LO VOLEVI DIRE, EH?!".
Sul monitor della piccola bastarda c'è la scritta "Buon compleanno!"... il garante sulla privacy avrebbe qualcosa da dire e io pure...

Intanto, nell'ufficio si scatena la festa. Innumerevoli facce mi guardano lubriche figurandosi già pranzi luculliani..."Allora porti le paste?". Alcuni corrono chiamando a gran voce all'adunata, c'è un pollo da spennare!; altri tirano fuori i piattini di carta e i bicchieri (ed io che pensavo che nei classificatori ci fosse roba di lavoro), qualcuno attacca la musica e come d'incanto appaiono striscioni e cappelli di carta. Mentre il mio capo mi infila coriandoli nel collo della giacca mi faccio largo tra due ali di folla che si accalca.

venerdì 13 novembre 2009

Colpo d'igeneo


In un impeto d'incoscienza ho invitato i miei genitori a pranzo.
Incoscienza non perchè sia scontento di averli ospiti, ma perchè casa mia, nelle sue attuali condizioni, è inadatta ad ospitare chicchessia.
Ma l'invito, spiccato sabato, era per ieri e quindi - ho pensato - avrò tutto il tempo per pulire.
E infatti l'appartamento ieri era ancora un porcilodromo.
Così, dacché sarò obbligato a passare la mattinata tra stracci e detersivi, mi alzo prestissimo, con le galline.
Nel letto.
Quelle maledette mi beccavano i piedi.

Non so da dove fossero arrivate, fino al giorno prima non c'erano, dovevano averle fatte entrare i maiali.

La buona notizia è che i maiali erano spariti, evidentemente divorati dalle galline.
Non ho trovato altre spiegazioni.
La lotta per la vita prende strani connotati, a volte.
Comunque sia, la mancanza dei suini mi semplifica notevolmente il lavoro.
Mi libero in fretta delle galline lanciandole dal balcone e verifico la teoria per cui non tutto ciò che ha le ali sa volare.
Beh, in effetti le difficoltà maggiori le hanno nell'atterraggio, ma il risultato è identico.

giovedì 12 novembre 2009

Giuro sulla testa dei miei figli che ne dimostrava molti di più!


Dato che Papi ha partecipato alla festa dei 18 anni di Noemi, io rilancio con questo.
Perchè modestamente anch'io...nel mio piccolo...

Martedì sera:
FESTA DEI 18 ANNI di NAIMA
Appuntamento in un locale di Piazza Castello per le 21.
Sono puntuale.
Strano.
Forse perchè per non perdere tempo lascio la macchina con noncuranza nel parcheggio dei taxi, fingendo di non vedere i cartelli "rimozione forzata", "divieto di parcheggio", "non ci pensare nemmeno", "pericolo di morte".

Arrivo al locale in perfetto orario e lì inizia l'attesa dell'amico Pulizio (da me proditoriamente imbucato, senza nemmeno dirlo alla festeggiata) che ha chiamato 15 minuti prima dicendomi che stava parcheggiando.
Evidentemente è più sensibile di me ai cartelli, perchè dopo altri 15 minuti ancora non è arrivato.
Ma non è un problema, in fondo non fa nemmeno tanto freddo...

Pulizio arriva giusto in tempo per aiutarmi a dare gli ultimi ritocchi alla scultura di ghiaccio, quindi scacciamo gli orsi polari che bivaccano davanti all'ingresso ed entriamo nel locale.

giovedì 5 novembre 2009

RIIIDIIII, SCEMOPAGLIAAAAAACCIO!!!!


Ieri abbiamo festeggiato il compleanno di Scemopagliaccio.
Ve lo ricordate Scemopagliaccio? Avevo accennato alla sua esistenza in questo post, ma allora non era tempo di parlare di lui.
Ora lo è.
C'è un tempo per ogni cosa, persino per Scemopagliaccio.

Scemopagliaccio è una di quelle figure con un'età indefinibile, potrebbero essere 38 anni come anche 39. In effetti sono proprio 39, ma vi assicuro che a vederlo non si direbbe. Ne dimostra decisamente 38.
Scemopagliaccio, poverino, ha sempre tante cose per la testa, ma i capelli non sono una di queste. Lui sostiene di essere pelato, ma io so per certo che se li rasa e per due ragioni ben precise:

1. Perchè lavora al Politecnico e, dalle analisi effettuate in galleria del vento, non avere i capelli determina un netto miglioramento in termini di coefficiente di penetrazione. Siccome gira tantissimo in scooter, la cosa gli torna utile per arrivare più in fretta a destinazione e risparmiare benzina.
Solo che poi gira sempre col casco perchè tanto pensa che il coefficiente di penetrazione sia una cosa sessuale, quindi non ottiene alcun beneficio sulle strade.
Nell'intimità non lo so, nè lo voglio sapere.
2. Perchè il suo idolo Max Pezzali è senza capelli e desidera assomigliargli.
Ci sarebbe da fare un lungo discorso su questo argomento, ma non ne ho la forza. Si cela una psicologia complessa e multiforme dentro il glabro cranio di Scemopagliaccio: costui non ammette mai di amare direttamente Max Pezzali, al contrario proietta questa passione su coloro che gli sono vicini e sostiene di ascoltarne le canzoni per far piacere a loro.
Mi è capitato spesso di incontrare dei dichiarati fan di Max Pezzali che mi si sono accostati allegri: "ma dai, non sapevo che anche tu fossi fan di Max Pezzali!"
"Non lo sapevi perchè non lo sono. Come ti è venuto in mente?"
"Me l'ha detto Scemopagliaccio."
"No guarda, mi dispiace ma a me Pezzali non piace proprio. Scusa, non è che voglia criticartelo, eh..."
"Oh fa niente, tanto a me fa cagare. E' Scemopagliaccio che mi obbliga..."
Avete presente quelle teorie bizzarre, tipo che Obama sia in realtà Elvis Presley? Ecco, ho cominciato a sentire delle voci secondo cui Scemopagliaccio sia in realtà Max Pezzali.

Ad ogni modo, Scemopagliaccio è un carissimo ragazzo, gentile, positivo, simpatico e, lo dico senza piaggeria, lo considero una delle persone più intelligenti che conosca.
Ah no, scusate, mi confondo con Max Pezzali!
Però anche Scemopagliaccio è...eeeeeeeh...anche lui è...beh...non è che lui non...eeeeeeeh...insomma ha...è...beh...
...
...
E' un ragazzo!
Ecco.
...O comunque lo è stato, alcuni anni fa.
Avrà avuto anche degli sprazzi di intelligenza, ogni tanto.
Suppongo.
Non ne ho testimonianza diretta, in effetti.
Ma nemmeno sugli alieni ne ho, però ci credo...quindi...
...
E insomma...
...
Vabbè.
...
Ciao Scemopagliaccio.
Buon compleanno.

martedì 27 ottobre 2009

C'era una volta il west


Sapete? Me ne stavo qui e osservavo la mia bicocca. Una gran bella vecchia bicocca, non c'è che dire. Oh, sapete, non le fanno mica più case così, al giorno d'oggi.
Quello che più mi piace della mia vecchia bicocca è che sia stata tirata su con le proprie callose mani dal mio bisnonno Ezechiele J.B. Brountman.

Ezechiele J.B. Brountman era un uomo come non se ne sfornano più da un bel pezzo: scolpito nel legno, forte come un bisonte, duro come la roccia. Amava andare a caccia di orsi e ogni volta che tornava a casa dalla caccia la mia bisnonna lo accoglieva, gli toglieva gli scarponi, gli metteva in bocca la sua grande pipa di legno di betulla da cui lui tirava una boccata che avrebbe steso un rinoceronte, poi lui si accomodava sulla vecchia sedia a dondolo davanti alla finestra che guardava a nord e lei si sedeva su una sedia a sentire cosa la fantasia del vecchio avesse voglia di creare.
E lui ogni giorno raccontava di aver ucciso un orso più grande di quello della volta prima. "E che il Cielo mi fulmini qui in questo istante se non dico il vero!" ripeteva sempre. Che grand'uomo era, Ezechiele J.B. Brountman!

La sola cosa che Ezechiele amava più del raccontare storie era costruire case. Aveva costruito nell'arco della sua avventurosa vita almeno 750-760 edifici fatti di sole pigne e sterco di coguaro.
O almeno così ha sempre raccontato.
Beh, signori miei, io non so dire se quel numero sia di fantasia o se ci sia sotto del vero, ma ,quant'è vero che il sole tramonta ad ovest, aggirandosi nelle pianure dove corrono i bisonti di case tirate su dalle mani del mio bisnonno se ne vedono, eccome!
Aveva sempre sostenuto che sei un vero uomo solo se hai costruito la casa in cui vivi o perlomeno se hai ingravidato una pecora. Non c'è doppio senso, lui parlava proprio di una vera pecora con la lana, le zampe e tutto.
E beh, lui aveva fatto entrambe le cose!
E anche questa casa, questa qui dove sto adesso, la costruì lui. "Che il Cielo mi fulmini qui in questo istante se non dico il vero" ripeteva sempre "i miei figli e i loro figli e i figli dei loro figli nasceranno e creperanno in una casa costruita dal vecchio Ezechiele, per Giove!".
E così il vecchio Ezechiele, con le sue mani nodose come delle querce, tirò su questo edificio dal nulla.

In questa stanza nacque mio nonno, Nicodemus L.L. Brountman. Mio nonno era un uomo molto più piccolo del bisnonno Ezechiele, d'altronde era appena nato, ma già s'intravedeva che avrebbe fatto grandi cose. "Che il Cielo mi fulmini qui in questo istante se non dico il vero" esclamò Ezechiele quando si trovò in mano quel neonato urlante "questo bambino diventerà più forte del suo papà!".
Un giorno Ezechiele deve averne detta una veramente grossa, perchè il Cielo lo fulminò sul serio. Rimasto l'unico uomo di casa, mio nonno Nicodemus dimostrò di essere degno figlio di suo padre e si arruolò nei Riservisti del Reverendo Roverell, un gruppo paramilitare che aveva come obiettivo l'indipendenza del Montana dal governo federale.
Fu in una caduta da cavallo che morì mio nonno. Non fu lui a cadere, ma Seamus Hutch'nferry, un ciccione del sud che non era molto portato per l'ippica nè per la gloria e mio nonno gli rimase sotto. In famiglia si è sempre riportato che nonno Nicodemus fosse morto nella Seconda Guerra Mondiale mentre stava cercando di dirottare un cacciabombardiere giapponese sul palazzo dell'Imperatore Hirohito, ma è una balla grossa come le palle di un bisonte.

Da Nicodemus L.L. Brountman, discende naturalmente mio padre: Ulysses J.F.K. Brountman.
Il nome gli fu dato in onore di un Presidente degli Stati Uniti d'America di cui mia nonna era da sempre perdutamente innamorata. Si tratta di Ulysses Simpson Grant, 18° Presidente in carica dal 1869 al 1877.
Lunga storia di affetti tra i Brountman e i Grant.

Mio padre non era ancora nato quando morì il nonno e non conobbe nemmeno mai la nonna, che cedette al troppo dolore causato dalla perdita del marito pochi mesi dopo il tragico evento del ciccione sul cavallo.
Mio padre nacque così tutto da sè e ancora oggi sottolinea, con un misto di orgoglio ma anche di malinconia, come sia un uomo che si è fatto da solo.
Non è facile crescere senza una famiglia, ma se qualcuno ci è riuscito bene quello è sicuramente Ulysses J.F.K. Brountman!
Con la sola forza della mente, mio padre Ulysses riuscì a farsi assumere in una piccola compagnia che allora si affacciava sul mercato delle nuove tecnologie. In breve tempo, mettendo a frutto la sua profonda conoscenza nel campo informatico, seppe passare da postino a fattorino, da fattorino ad inserviente, da inserviente a ricattatore e infine da ricattatore ad amministratore delegato.
Sotto di lui la compagnia spiccò il volo e divenne una delle più importanti del mondo, finchè Ulysses non lasciò tutto...

"Sei un vero uomo solo se hai costruito la casa in cui vivi o perlomeno se hai ingravidato una pecora."
Questo è l'insegnamento che generazioni di duri Brountman ci hanno tramandato.
Quel giorno in cui lasciò tutto, mio padre si era reso conto che tanto aveva fatto, ma nulla di ciò che rende un uomo un vero uomo e così aveva deciso di completare il suo percorso verso la virilità prima di passare il testimone della gloriosa famiglia Brountman al figlio che ancora non aveva.
Al suo futuro figlio.
Me.
Montone M.B. Brountman.

Papà non è mai stato molto portato per l'edilizia.

giovedì 22 ottobre 2009

De rerum cotonae


Avete mai ragionato su quanto cotone producano gli uomini dall'ombelico?
Siamo in tanti ad essere portatori sani di cotone nell'ombelico, dico siamo perchè io sono un felice membro di questa operosa comunità.
Strano che fra tanti che siamo nessuno abbia mai pensato di aprire un'attività commerciale per utilizzare questa materia prima.

Lo so, già sento alcune voci critiche alzarsi gridando che non è una materia prima, perchè a quanto pare deriva dalla reazione peli sulla pancia + pelucchi delle magliette, quindi cos'è...un semilavorato?
Forse lo si può considerare addirittura un prodotto di scarto, dato che deriva dagli sfridi delle magliette.
Sia quello che sia, l'altro giorno ne parlavo con Targhetta e col Maestro Vibuti.

Il Maestro Vibuti lo conosco da diverso tempo, ma ogni volta che lo vedo mi sembra un po' più illuminato della volta precedente. A quest'ultimo giro scopro che ha smesso anche di bere alcolici, dopo essere già diventato vegeteriano, aver smesso di fumare (ma perchè, ha mai cominciato?) e aver piantato anche il calcio (e pazienza, tanto era interista). A questo punto tutti noi suoi amici e - soprattutto - le sue due ragazze, cominciamo a chiederci allarmati quanto ci metterà prima di eliminare dalla propria vita l'ultima gioia che gli rimane.
Ma lui ci ha rassicurati che non smetterà mai di produrre cotone dall'ombelico.

martedì 20 ottobre 2009

La carta di formaggio della Legge


Come già raccontato in questo post, durante la permanenza estiva in Senegal abbiamo ricevuto la chiamata da parte del Dio Gahn. Due volte, perchè la prima volta ha trovato occupato.

Come ogni religione che si rispetti, anche il diogahnaesimo ha dei precetti e sono orgoglioso di condividere con voi un documento di portata inenarrabile. Pochi giorni fa è infatti venuto alla luce un pezzo di carta da formaggio su cui l'Uomo col Cappello da Cinese in persona fece scrivere i comandamenti dettatigli dal Dio Gahn dopo una notte particolarmente agitata per via della diarrea.
Laddove l'indicazione possa risultare ambigua o misteriosa, cercherò di interpretare a favore di coloro che non hanno goduto dei sacri momenti in cui è nato il nostro credo.


I 23 COMANDAMENTI DEL DIO GAHN (che non bada a spese, in fatto di comandamenti!)

1. Ricorda! Santifica il tuo bagaglio.
Ma non odorarlo, è meglio.

Capita - di rado, ma capita - che qualcuno, uscendo dal controllo bagagli dell'aeroporto di Dakar, si dimentichi di recuperare la propria valigia. Ciò è male.

Qualora ci si ricordasse di recuperarla sarà tuttavia consigliabile, dopo i primi 4 giorni di viaggio, evitare di avvicinarla troppo alle narici.

2. Non desiderare la maionese senegalese.
Capita - di rado, ma capita - che qualcuno a sprezzo di ogni minima prudenza alimentare, divori giocondo ettolitri di maionese fatta in casa. Il diogahnaesimo sconsiglia questa pratica, alla pari del salto dal ponte senza elastico.

3. Non moltiplicare pesce, riso e cipolle. Ce n'è già abbastanza.
Autoesplicativo: pesce, riso e cipolle sono la base di ogni sana alimentazione senegalese.

4. No, davvero.
Dio Gahn tiene molto a ribadire il punto 3.

5. Non cagare troppo trullo o la scimmia ti fa lo sgrullo.
Qui Dio Gahn mostra la giusta attenzione verso la saggezza popolare. Il significato recondito di questo proverbio è che bisogna sempre guardarsi le spalle e non eccedere in imprudenza.

6. Se qualcuno mette l'Autan non indugiare: mettitelo anche tu.
Meglio ancora: anticipalo!

E' stato già spiegato nel post linkato più su come spalmarsi di Autan in zone malariche abbia effetto domino.

7. Donna, tu circonciderai col sudore delle tue labbra. E ringraziando.
Come molte altre religioni, anche il diogahnaesimo è fondamentalmente maschilista. Ciò si riflette in alcuni comandamenti che però io non condivido assolutamente altrimenti la mia ragazza mi spacca le gambe.

8. Se la cacarella ti sorprende, sorprendila anche tu.
Ci sono le più diverse interpretazioni di questo comandamento. Nel dubbio di quale sia quella più corretta non ne riporterò nessuna.

9. Quando intraprendi un viaggio in Car Rapide non dimenticare di portare con te un sandalo ben resistente.
Si fa qui riferimento ad uno degli svariati miracoli con cui il Dio Gahn benedì la vita dell'Uomo col Cappello da Cinese: in una notte di viaggio, in seguito ad una misteriosa rottura del car, l'autista vi scomparve sotto e dopo dieci minuti l'ebbe aggiustato utilizzando un proprio calzare.

10. Alza 'sto cazzo di gancio, non sbattere la porta!
Alcuni Car Rapide hanno dei problemi nella chiusura delle porte. Se non riuscite a chiuderla sbattendola a tutta forza, provate ad alzare il gancio all'interno della portiera. Dio Gahn e le orecchie degli altri viaggiatori vi benediranno per questo.

11. Fermati al posto di blocco.

12. Anche a questo.

13. Anche a questo.

14. Anche a questo.
Viaggiare nella regione del Casamance vi darà occasione di fermarvi spesso per fare pipì.

15. Solo veder...!
Mantra ripetuto dai venditori dei mercati artigianali per attirare l'incauto e curioso turista. Dio Gahn apprezza, perchè magari già che ti fermi a veder approfitterai per acquistare un suo feticcio.

16. Donna, inchinati di fronte al Dio Gahn o, in sua assenza, di fronte ai suoi discepoli.
Come per il settimo comandamento, mi dissocio fortemente.

17. Non tuffarti in ogni pozza che vedi.
Capita - di rado, ma capita - che qualcuno provi un'insana attrazione natatoria per qualunque lago, fiume, oceano, palude. Ciò è male.
Ancora peggio se è la stessa persona che non ha saputo resistere al richiamo della maionese senegalese.


18. Non comprare altri dei al mercato.
Ci si riferisce qui all'apparizione del Dio Gahn, che, come già raccontato, si manifestò all'Uomo col Cappello da Cinese su una bancarella. Dio Gahn biasima l'adorazione di falsi dei su altre bancarelle, come ad esempio La Mano di Scimmia.

19. Non comprare le Excellence.
Se proprio devi, scroccale.

Dopo qualche giorno in Senegal, la caccia alle Marlboro si fa pressante. Si segnalano risse e pratiche di accaparramento con relativo bagarinaggio tra i turisti. Si dice che Dio Gahn abbia creato le Excellence per allontanare gli uomini dal vizio del fumo. Ad ogni modo sconsiglia di spenderci dei soldi.

20. Begue!!!
Altro mantra, espressione di giovialità dei volontari Renken - significa "felice" in wolof. Il begue si è poi evoluto in rebegue e suêrbegue. E' l'equivalente emotivo della trasformazione Goku - Supersayan - Supersayan 2.

21. Lavè lavè. Chchchchchch.
Come già ripetuto, il diogahnaesimo è una religione maschilista e pertanto non disdegna le attività sessuali. Ma occhio all'igiene! Dio Gahn dice che, dopo aver fatto chchchchchchch, bisogna lavarsi.

22. Prima di puntare la sveglia, ricorda che sei su un fuso orario diverso.
Capita - di rado, ma capita - che qualcuno si svegli alle 6 del mattino invece che alle 8, generando ilarità nella cricca e un sacco di "begue!". Ciò è male, anche se essendoci divertiti un casino non abbiamo capito perchè.

23. Moltiplica tutto.
Tranne pesce, riso e cipolle (v. comandamento 3).

Dio Gahn non specifica il fattore di moltiplicazione, che dipende dalle singole occasioni. "Fra cinque minuti siamo arrivati" significa almeno un'ora. "Saranno un paio di chilometri" vuol dire che ne camminerete almeno dieci. A "mangiamo fra due ore" fatevi il segno della croce.
Il comandamento 23 non deve comunque andare in contrasto col comandamento 3 e Dio Gahn lo ribadisce ulteriormente.

lunedì 19 ottobre 2009

Forse lei non sa chi sono io - 2



Dopo Fabrìs, vi presento un'altra personalità che sono fortunato di poter vantare tra le mie amicizie: il rinomato fotografo Vito Gira Pelaja.

Da non confondere col quasi altrettanto noto Vito Gira Laruota, campione di quiz televisivi, Vito Gira Pelaja è considerato oggi uno dei fotografi di maggior successo del panorama mondiale e i suoi scatti hanno trovato casa nei principali musei d'arte moderna internazionali.

Nato Vito Girella Pelosa, il giovane artista calabrese si rende ben presto conto che con quel nome lì non farà mai strada nel difficile mondo della fotografia. Cambia così le sue generalità in Wanda Girella Pelosa, nome col quale riesce effettivamente a farsi non tutta una strada, ma perlomeno un pezzo di marciapiede su un corso e un entourage di affezionati clienti.
Non smette tuttavia di praticare con la macchina fotografica, segnalandosi ben presto agli addetti ai lavori con una mostra incentrata su un soggetto espressivo e non banale: il suo culo.

Visto il successo di questa prima personale, l'artista decide di abbandonare la strada per dedicarsi unicamente al suo sogno di diventare il nuovo Cartier-Bresson. 
Torna alla sua identità originale di Vito Girella Pelosa, ma il rilievo della prima mostra si fa sentire prepotentemente, facendo sì che il pubblico lo identifichi ormai come Vito Culetto Peloso.

Nonostante i turbamenti che questo soprannome gli comporta, Vito prosegue nella sua incessante ricerca della sperimentazione dell'immagine. Dalla Calabria si trasferisce a Torino, confidando che la città possa offrire nuovi stimoli alla sua arte e infatti è proprio nel capoluogo piemontese che ottiene la definitiva consacrazione con un'opera mai vista prima: 1.562.896 foto da sotto il palco del concerto di Guccini al PalaMazda.
Viste tutte di fila è come assistere ad un video!
La comunità internazionale lo osanna, i musei lo reclamano, i collezionisti lo cercano, Guccini gli fa causa per avergli bruciato le retine col flash.
Ormai Vito cammina sulla nuvole e ciò gli dà lo spunto che cercava: cambia il nome in Vito Skywalker, poi anche George Lucas gli fa causa e con colpo di genio lui traduce - invero un po' grossolanamente - in Vito Gira Pelaja.

E' il trionfo.

Col biglietto da visita che ha sempre desiderato, nulla è più in grado di allontanare lui dal suo obiettivo (Cartier-Bresson) e l'obiettivo della sua macchina fotografica da lui.

Ad oggi, gli scatti di Vito Gira Pelaja sono contemporaneamente in mostra in 16 tra musei e gallerie private in Italia, 4 negli Stati Uniti, 4 in Giappone, 2 in Africa e 1 in Calabria.

giovedì 15 ottobre 2009

L'anello di Re Salomostro


Voi ce l'avete un cane?
Se non ce l'avete non riuscite neanche ad immaginare le gioie che può dare un animale domestico.
Io ce l'ho. Si chiama Ivan. Ivan Ilterribile, se vogliamo dire nome e cognome. 
Ho scoperto che è un uso relativamente comune quello di dare ai cani nome e cognome, e comunque Ivan Ilterribile non è peggio di Triglia Trombetta.
Lasciando da parte la questione del nome, Ivan è il mio cane.

E onestamente nemmeno io riesco ad immaginare quali gioie possa dare un animale domestico.

Ivan non è un cane, è il Keyser Söze dei cani. E' un mostro. E' il bruco nella mela del mondo. Se Satana possedesse un cane, quel cane avrebbe paura di Ivan.

Ricordo ancora la prima volta che lo vidi. Avevo deciso di prendere una bestiola che mi facesse compagnia tanto nelle fredde sere di inverno quanto nelle afose notti d'estate. Inizialmente avevo preso due bestiole: un visone per le fredde sere e uno struzzo per le afose notti. Poi ho scoperto che abbracciando il visone non stavo affatto al caldo e quello stupido struzzo tutto faceva eccetto che sventolarmi con le sue piume.
Però metteva la testa nel vaso della begonia che era una bellezza da vedere!

lunedì 12 ottobre 2009

Avviso ai naviganti


Incredibile come il caso a volte apparecchi tutto per far capitare parecchie cose in una cascata all'apparenza casuale ma che se ci fai caso non ci caschi...

Anche questa frase qui sopra, ad esempio, sembra scritta a casaccio invece per trovare delle parole che assonassero c'ho messo un'ora e un quarto.
Comunque, perchè dico ciò? Non che c'ho messo un'ora e un quarto, ma che il caso a volte bla bla bla?
Perchè stavo guardando le chiavi di ricerca che hanno portato alcuni naviganti del mare magno di internet a finire sul mio sito partendo da un qualunque motore di ricerca. E' una cosa che si può fare facilmente e che è molto spassosa.
Per quest'idea - ammetto - mi sono beceramente ispirato ad uno dei blog che vedete linkati sulla colonna di destra: Cronache di un lavoro qualunque.
Con cadenza regolare, il blogger Dante scrive un post con le 10 più belle chiavi di ricerca che hanno condotto verso il suo sito.
Mi piacerebbe fare la stessa cosa ma non lo farò, perchè a quel punto non sarebbe più un becero ispirarmi ma un assai più becero copiare.
Però ogni tanto, quando troverò degli spunti interessanti, li utilizzerò volentieri.

Ad esempio, il fatto che qualcuno sia atterrato su Attenzione, caduta ippopotami cercando su Google la frase "nella figa della gigantessa", apre un ventaglio di possibilità non indifferente per una mente fervida.
Quindi se qualcuno ha una mente fervida, per favore, mi mandi un post sull'argomento che glielo pubblico.
Invece mi attacco ad una ricerca sicuramente meno bizzarra, ma per me comunque interessante: "cose da fare a broome".

Per chi non lo sapesse (io, ad esempio, fino a pochi minuti fa), Broome è sia una contea sia una città australiana. Google ha trovato in un mio post le parola "broom" (nel titolo) e "cose da fare" (nel testo) e così ha attirato qui col suo canto di sirena un incauto navigante.
Mi domando se costui si sia soffermato a leggere qualcosa oppure, accortosi che sugli scogli c'erano sdraiati degli ippopotami invece che delle belle donne-pesce, sia fuggito a remi levati.
Comunque, mi incuriosisce "cose da fare a broome" perchè fra pochi giorni la mia amica Dorothy partirà per almeno un anno alla volta dell'Australia. Nessuno che conoscessi era mai partito prima per l'Australia e guarda caso, proprio oggi, mi salta fuori Broome.

Tutto ciò per dire che scrivo contrito e con un profondo senso di colpa: magari a lei potrebbe tornare utile sapere cosa si possa fare a Broome e invece, cercando su Google, finirebbe qui, dove non troverebbe alcun vero aiuto. E il giorno che si troverà a Broome e non saprà cosa fare sarà tutta colpa del mio stupido blog!

Non ho mai pensato che avrei potuto danneggiare qualcuno con questo sito, men che meno una mia cara amica. Sono profondamente mortificato dell'essere stato così avventato perciò vorrei rimediare almeno in parte mettendola, nel mio piccolo, sull'avviso:

DOROTHY, SE VAI A VIVERE NELLA CONTEA DI BROOME OCCHIO AI CICLONI! TOGLI DAL GIARDINO TUTTO CIO' CHE POTREBBE ESSERE SMOSSO DAL FORTE VENTO! OCCHIO AGLI ANIMALI DOMESTICI CHE VOLAN VIA! SE PROPRIO, COMPRANE UNO GROSSO E PESANTE, TIPO UN CAPODOGLIO!
TUTTE LE INFORMAZIONI DEL CASO LE TROVI QUI.
FAI BUON VIAGGIO E TORNA PRESTO! (possibilmente non trasportata dal vento...)

Scene da un matrimonio


Ieri sono stato ad un matrimonio. Un matrimonio da favola, lei infatti è soprannominata Biancaneve da quando la conosco, cioè dai tempi del carcere per spaccio di coca. Lui invece non lo conoscevo, ma so che si chiama Gongolo, che però non è il soprannome, è proprio il nome vero: Angelo Gongolo. Tutti i suoi amici lo chiamano "Angolo" Gongolo e poi ridono come dei cretini.
Entrambi.
Sapete, lui non è tanto simpatico...

Ad ogni modo erano tutti elegantissimi: lei bella e rampante come un cavallo senza sella, in un vestito di tulle, un diadema di calle, lo scialle di pelle e la faccia di tolla. Lui con un vestito gessato e una benda sul braccio. Anche la benda era gessata perchè si è spezzato l'avambraccio lottando con un caimano. Non è che abitualmente lotti coi caimani, non stiamo parlando di Mr. Crocodile Dundee, ma lei aveva voluto approntare un laghetto nel giardino di casa come nei film americani, solo che al negozio d'animali i cigni erano finiti ed erano rimasti i caimani.
E tant'è, ha preso quelli, poi ha messo loro delle piume sulle zampe e li ha buttati nel laghetto.
Quando hanno cercato di divorare il cane lui si è slanciato per salvarlo, infortunandosi nella collutazione che ne è seguita.
Comunque il cane l'ha cavato dalle fauci predatorie con le mani nude, senza nemmeno un graffio ai caimani, che sennò se li rovinava il negozio mica se li riprendeva indietro.
Purtroppo tale premura è stata inutile perchè, mentre eravamo tutti assenti per la cerimonia, i caimani si sono alzati in volo e sono migrati nei paesi caldi.

Sia come sia, gli sposi erano bellissimi e dopo la chiesa ci siamo spostati per il pranzo di nozze alla Basilica di Superga, quella a forma di scarpa da ginnastica.
Abbiamo fatto l'aperitivo in chiostro - tutto bello e buono, ma macchiava le dita - poi il pranzo nel refettorio dei preti. Si è mangiato pane di segala raffermo e acqua piovana e poi brindato allungandola con un po' di sidro di mele leggero.
Molto buono il pane, davvero, ma io l'avrei fatto raffermare ancora un po'.
A me e alla sposa ha ricordato i tempi del carcere e abbiamo pianto insieme di nostalgia e di gioia, poi abbiamo riso e gliel'ho lanciato addosso con tante congratulazioni e auguri di vivere per sempre felici e contenti.

Vorrei davvero che il mio matrimonio potesse essere bello come il loro.
Però senza i caimani perchè sono allergico alle piume di cigno.

Nota: nessun cigno, caimano o cane è stato ferito durante la stesura di questo racconto.

mercoledì 7 ottobre 2009

Call center col cacchio


Secondo una recente statistica le categorie che, sollecitate telefonicamente dal bravo operatore di call center, accettano di acquistare con maggior frequenza prodotti e/o servizi, sono le seguenti:

a) Malati terminali in centri di cura e/o ospedali
b) Persone con problemi di udito e/o sordomuti
c) Minori di 11 anni
d) Analfabeti
e) Veterani della guerra del '15-'18 o nati prima dell'Unità d'Italia
f) Morti
g) Persone che non hanno capito che cosa stessero comprando
h) Quadrupedi
i) Rettili

C'è qualcosa di strano, non trovate?
Ma è difficile parlarne, perchè potente è la lobby degli operatori di call center e chiunque provi a scoperchiare il vaso di Pandora mette a rischio la propria vita.

Un momento.

martedì 6 ottobre 2009

Cycletto di rose


I miei amici mi hanno regalato una cyclette.
Forse vogliono farmi capire che sono grasso e un po' hanno ragione.
Nella foto del profilo io sono quello sotto.

Pertanto ho deciso di dimagrire e ieri ho pedalato i miei primi 40 minuti scoprendo di avere i polmoni di una sardina e la frequenza cardiaca di uno che sta per saltare dal 15° piano di un palazzo.
Insomma, la frequenza cardiaca è la stessa che ha prima del salto, i polmoni gli stessi che ha dopo essere arrivato.

Comunque pazzesco! Quando sono salito sul sellino sembravo Bombolo e quando ne sono sceso sembravo Leonida del film 300.
Secondo me.
Secondo qualcun altro sembravo solo Bombolo molto sudato.
Per fortuna il mio sudore odora di petali di rosa...

Comunque la cyclette è fantastica, ha un computer di bordo con schermo 32'' in formato 16:9, un comodo navigatore satellitare per non perdermi e il climatizzatore bi-zona, cioè che si può impostare solo su 5-5-5.
E' vero, è dura pedalare ad una temperatura di 555°, ma così brucerò ancora più in fretta la mia pinguedine.

Inoltre è silenziosissima!
E anche se pedalo non fa mica tanto rumore!
E' così silenziosa che ad un certo punto mi sono fermato per riposare e me ne sono accorto solo dopo 5 minuti!

Visti gli ottimi risultati dell'allenamento di ieri, oggi ho deciso di venire addirittura in ufficio in bici.
Al momento sto pedalando da tre ore, ma sono ancora in salotto.
C'è qualcosa che non mi torna...

lunedì 5 ottobre 2009

Mangio libri di matematica (...e poi faccio una cacca discreta...)


Ultimamente ad una mia amica va tutto male.
O almeno, così dice lei lamentandosi di essere perseguitata dalla sfiga.
Io le ho esposto una mia teoria lungamente elaborata, secondo la quale è incappata in uno di quei periodi - ci sono prima o poi nella vita di tutti - in cui le cose possono andare al 50% bene e al 50% male.
Essendo piuttosto positivo, ritengo valido il presupposto che generalmente le cose vadano bene circa il 75% delle volte contro un 25% che vanno male.

E già così la vita fa schifo.

Nella fase che lei sta vivendo si osserva, come detto più sopra, un peggioramento periodico lordo delle volte positive da 75% a 50% - ossia una diminuzione del 33% - ed un aumento delle volte negative dal 25% al 50% - ossia un incremento del 100%. Possiamo quindi calcolare che le cose positive siano diminuite di 1/3 e quelle negative siano aumentate di 3/3.
Se sommiamo le due variazioni lorde di sfiga in valore assoluto di 1/3 + 3/3 otteniamo una variazione netta a sfavore di 4/3.
Il che significa semplicemente che su tre avvenimenti previsti, quattro di essi saranno negativi.
Non c'è bisogno di sottolineare come ciò crei una spirale negativissima, perchè ogni tre avvenimenti (che, come detto, non potranno che essere negativi) le si accumula il quarto (anch'esso negativo) che recuperà col primo dei tre avvenimenti successivi, ma a quel punto andando ad accumularne altri due e così di seguito...

Purtroppo la matematica non è un'opinione, quindi non si scappa.
Per dare alla mia amica un briciolo di speranza, però, le ho anche spiegato come, secondo alcune teorie, raggiunto il punto di pareggio x tra le sfighe avute e quelle accumulate ancora da avere, dove x=(Nsfighe avute)*(N2 sfighe da avere), si può provare ad invertire la tendenza con la regola di de l'Hôpital.

Secondo la mia teoria, invece, le conviene ammazzarsi subito.

giovedì 1 ottobre 2009

Come ti sbertuccio la bertuccia


Il mio post Sono disponibile! Anche in inglese e francese! ha generato scandalo e provocato una vera e propria messe di commenti.
Tra i migliaia di commenti arrivati, ne ho scelto uno particolarmente significativo a cui ritengo sia il caso di dare maggiore visibilità e, pertanto, ho deciso di pubblicarlo sul blog.
L'anonimo autore si firma Armando, nome chiaramente di fantasia e che - di sicuro - vuole alludere a come egli abbia armato il braccio per scagliarmi contro indecenze.
E' la prima volta che uno sconosciuto mi ricopre di miserie come ha fatto questo lestofante e ci tengo a sbertucciarlo in pubblico.
Leggete di cosa ha osato accusarmi:

Si sa che, quando ci si mette a scrivere di se stessi, la sincerità va a farsi friggere, lasciando il posto all'immagine edificante che vorremmo dare di noi. Così anche nei tuoi post c'è sicuramente più inganno che realtà, caro il mio narratore truffaldino. Ma per fortuna oggi c'è il traduttore di Google, affilatissima macchina della verità che, di passaggio in passaggio, di traslitterazione in traslitterazione, illumina le ombre dell'inganno e distende le pieghe indurite della menzogna.
Ecco allora che, ritraducendo l'inglese in italiano, il tuo rapporto con questo misterioso Jean-Pierre, che mascheri sotto le spoglie conviviali di un amico di bevute, acquista la forma di una verità tanto sozza quanto insostenibile:

"a parte Jean-Pierre, che è molto bello e abbiamo battuto dall'indiano con pastis."
Sono tuo fratello, potevi dirmelo che sei gay e che ti piace il francesino, ti avrei capito. Però, scusami, ma sapere che ti sbronzi di pastis per poi andare a prostituirti dai kebabbari mi fa orrore.
Se poi ritraduco in inglese e da lì in italiano, l'orrore si espande oltre confine:
"oltre a Jean-Pierre, che è molto bello e abbiamo battuto l'India con pastis. "
Zuppo di pastis, hai dato le chiappe a tutta l'India.
Mi vengono i brividi a immaginarti riverso negli scoli di Calcutta mentre ti si trombano pure le bertucce. E Jean Pierre che faceva, quel depravato? Guardava? Forse, ma di certo ti sfruttava per fare soldi e mandare in porto il suo spericolato progetto:
"in aggiunta a Jean-Pierre, che è molto BELLA e abbiamo battuto l'India con pastis."
Ecco qui. Bello schifo. Tu ti fai l'ano come una galleria e lui ti ciuccia i soldi e si fa l'operazione. Non mi sembra una bella relazione, proprio no. Preferivo quando stavi con Ale.

...ecco. Io sono sconvolto. Non posso sopportare tanta falsità! E' una menzogna bella e buona e lo grido forte: E' UNA MENZOGNA BELLA E BUONA!
QUESTO TIZIO NON E' AFFATTO MIO FRATELLO!


mercoledì 30 settembre 2009

Anitra all'arancida


Negli ultimi giorni ben due persone che conosco hanno rischiato la vita per un'incauto utilizzo dell'Anitra WC.
So che con questo rischierò la denuncia da parte di...de...beh...dell'anitra...ma proprio non posso esimermi dal raccontare queste due tragiche storie e mettervi in guardia, giacchè è proprio brutto morire con la testa nel cesso.

Prima storia
E' un tranquillo pomeriggio d'autunno e Pulizio si appresta a scrostare il water dal calcare. Indossati dei protettivi guanti d'amianto per mantenere la pelle morbida e intonsa, si tuffa nella tazza come un biscotto nel latte.
Ma il pericolo...

...E' IN AGGUATO!

martedì 29 settembre 2009

Sono disponibile! Anche in inglese e francese!


Beh, non è che mi metterò a scrivere i miei deliri in altre lingue, anche perchè so che già leggendomi in italiano qualcuno si interroga sull'idioma, nonchè sull'idiota.
Che sono io.
Mi avvalgo molto semplicemente del traduttore automatico di Google a cui potete accedere tramite le bandierine che vedete a destra.
Ma ha senso leggere il blog in inglese o francese, considerando che i post si basano spesso e volentieri su giochi di parole e su nonsense? No, secondo me non sense. Ma magari qualcuno ha voglia di farlo lo stesso e, oltretutto, le traduzioni automatiche sono tante volte assai divertenti.
Di certo molto di più del post originale...

C'è anche da dire che i miglioramenti sono tangibili: la frase "I'm a fan" non viene più traslitterata in "io sono un ventilatore" come capitava tempo fa, generando stupore nei lettori e fastidio nelle persone più sensibili alle correnti d'aria. Ora Google capisce che di Daniele Silvestri apprezzo la musica, ma che non mi adopero per mantenerlo fresco.
Ad ogni modo, i risultati continuano ad essere abbastanza comici e non oso pensare a cosa verrà fuori dalla traduzione di questo post...l'inglese vado subito a guardarmelo, ma purtroppo non conosco il francese abbastanza bene da farmi due risate, a parte Jean-Pierre che è molto simpatico e ci scassiamo facendo l'indianata col pastis.


lunedì 28 settembre 2009

Si conviene agli stipulanti che obbediranno a questo contratto se conviene agli stipulanti


Quanti giorni sono che non scrivo sul blog? Una caterva, dico io!
Troppo pochi, direte voi.
Siete un po' bastardi, rimando io.
Però vi voglio bene lo stesso, perchè siete i miei lettori e quindi sono costretto da contratto.

Il contratto che lega noi blogger a blogspot, forse non tutti lo sanno, è molto preciso su questo aspetto nei suoi Termini di Servizio:

9. Dichiarazioni e garanzie. L'utente dichiara e garantisce che (a) tutte le informazioni fornite a Google per usufruire del Servizio sono corrette e aggiornate, che (b) possiede i diritti, il potere e l'autorità necessari per stipulare il presente Contratto e per adempiervi e che (c) i contenuti pubblicati successivamente alla stipulazione del presente contratto risponderanno a canoni di affettuosità verso gli utenti della rete.

Ammetto di essermi interrogato per qualche minuto, prima di sottoscrivere la proposta. Insomma, e se poi i miei lettori fossero stati antipatici e mi fosse venuta proprio voglia di insultarli, cosa avrei fatto?
Avrei rescisso il contratto, cancellando dalla rete il blog? Oppure mi sarei trattenuto e avrei finto benevolenza con ipocrita sorriso virtuale? E se infine avessi ceduto e li avessi presi a male parole, cosa avrebbe fatto il Signor Google? Ci sarebbe stato prima un richiamo oppure mi avrebbe segato l'account così, senza alcun avvertimento?
Non lo so, davvero, ho passato un brutto quarto d'ora quando ho dovuto affrontare questo problema. Alla fine ho deciso di correre il mio rischio, aprire il blog e vivere la vita come viene.
Per ora vi sopporto tutti, ma quando e se verrà il momento di aggredire qualcuno di voi allora deciderò quale strada imboccare.

Che poi anche su questo ci sarebbe da discutere! Mi poneva l'interrogativo poc'anzi un saggio amico: ma perchè la strada va imboccata, non sa mangiare da sola?
Ma Cribbio, possibile che debba sempre pensare a tutto io?!?


giovedì 24 settembre 2009

La difficile che comunicare è


Ieri ho finito di leggere Dracula, romanzo di Bram Stoker.
Film di Coppola non ho visto, quindi so che il carattere piuttosto spurio ereditato l'immaginario collettivo, da fumetti, film, libri e giochi in cui il personaggio è stata presa e, in parte, modificato.
Dopo aver letto mi sono soffermato a pensare (mi capita di tanto in tanto, di solito quando mangio pesante) il duro lavoro che deve aver fatto povero Abramo di scrivere un romanzo in modo sgrammaticato. Perché, per chi non lo so, Van Helsing, il cacciatore di vampiri olandese, parla come Dan Peterson mescolato con Gustav Thoeni.

Probabilmente l'autore è stata una faticaccia infame scrivere tante pagine in questo modo e ho potuto solo sentire benedetto che, però, per noi gente del 21 ° secolo, tutto è molto, molto facile, basta chiedere a Google per la traduzione Italiano-Inglese e poi ritorno et voila!
Sgrammatica l'italiano è servita!


lunedì 21 settembre 2009

La difficoltà di comunichfklhjiehj


L'incomunicabilità è sicuramente il male del nostro tempo.
Non tanto quanto le scarpe col tacco ai piedi delle vecchie ciampornie per le scale dell'ufficio all'ora di pranzo, ma nel suo piccolo direi che si può posizionare al secondo posto.
Tante volte quando parliamo non ci capiamo, o peggio: capiamo la cosa sbagliata.

Pensate, ad esempio, se voi diceste a qualcuno per telefono "incontriamoci davanti al McDonald di corso Romania" e lui capisse "incontriamoci davanti al McDonald sotto casa mia". E' un esempio puramente fantastico, ma rende l'idea.
Ovviamente non ci sarebbe alcun problema se voi abitaste in corso Romania, ma se, poniamo, abitaste dall'altra parte della città, ecco che l'incomunicabilità diventerebbe immediatamente elemento di grossa disagio.
O perlomeno di ritardo, perchè dovevamo vederci per andare alla Festa dell'Uva e siamo stati mezz'ora davanti al fottuto McDonald di corso Romania con la pioggia e il freddo e le macchine che ci schizzavano e avevamo pure fame e la notte prima avevo dormito poco e quindi ero nervoso come un'iguana!!!

...Se non fosse un esempio di pura fantasia, beninteso...

domenica 20 settembre 2009

Forse lei non sa chi sono io


Vorrei presentarvi uno dei miei valevoli amici: Fabrìs.

La sua storia
Fabrìs inizia la sua carriera nel mondo dell'entertainment alla fine degli anni '80 con spettacoli musicali di organetto accompagnati da scimmia ballerina. Dopo due anni di esibizioni, in procinto di partire per un tour nei Balcani, si creano purtroppo dei gravi dissidi artistici col suonatore di organetto, che vorrebbe assumere una seconda scimmia da affiancargli per poter proporre dei passi a due.
Fabrìs non è però disposto a condividere il palco giacchè si sente ormai un primate completo e decide di abbandonare la formazione e provare la via del solista. Gli inizi non sono dei più facili: inizia a studiare recitazione, fisarmonica e triccheballacche, ma in attesa di trovare un nuovo impiego nell'ambiente che tanto ama si mantiene ai corsi masturbando i tori per l'inseminazione artificiale.

Comincia però il suo cammino verso il firmamento delle stelle: migliora la sua arte e ciò gli apre le porte del cinema. Entra nel cast del film "Siluri neri per bianchi sederi" e, a sua volta, buona parte del cast entra in lui. In una scena memorabile suona la fisarmonica mentre...beh...comunque è una scena memorabile. Le sue doti di attore e musicista gli garantiscono altri ingaggi in film via via di maggior successo, ma il suo vero amore restano il teatro, la strada e i tori.

Abbandona il cinema e torna a calcare i palchi di Torino e dintorni con le edizioni teatrali del musical "Il Mago di OZ" e "Il povero Piero" di Achille Campanile. Contemporaneamente scopre un'inclinazione naturale verso il mondo hiphop e la musica rap: entra nel circuito delle gare clandestine di freestyle, segnalandosi nell'underground per la sua incredibile capacità di fare rima anche con una parola sola.
Scrive svariati testi per Marracash, Club Dogo, Fabri Fibra (che assume tale nome in suo onore: prima si chiamava Micro Fibra), Gemelli Diversi e Articolo 31.
Tutti di una parola.
Nessuno di questi testi verrà mai cantato, ma tra gli addetti ai lavori la sua originalità lo rende popolare.

A tutt'oggi, Fabrìs può vantare in curriculum 32 tra spettacoli teatrali e film cinematografici, una quasi collaborazione con Eminem e Dr. Dre che era proprio lì lì tutto praticamente deciso però all'ultimo ci hanno ripensato, numerose apparizioni agli angoli delle strade come scimmia ballerina e suonatore di triccheballacche, testi musicali per disparati gruppi e cantanti, un paio di installazioni per Artissima e contatti con alcuni tra i maggiori esponenti del jetset pinerolese, tra cui il fornaio Gino e la gattara Livia, quella che ogni tanto gira per corso Castelfidardo.

Fabrìs gode di una popolarità sempre crescente, come testimoniato da queste pagine a lui dedicate sul famosissimo social network Facebook:
Fabrìs
Fan club di Fabrìs

martedì 15 settembre 2009

Reperti...


Nella mia camera da letto c'è un comodino su cui ripongo i vestiti in rigorosissimo ordine.
In rigorosissimo ordine casuale, più precisamente.
Fino a ieri la pila di abiti arrivava quasi al soffitto ed era anche utilissima per andare a togliere le ragnatele lassù, nell'angolino vicino alla finestra.
Purtroppo la mia Torre di Babele è crollata questa notte, ma, mettendomi al lavoro per sgomberare Ground Zero, ho scoperto come in un angolo di casa che crediamo di conoscere possano celarsi sorprese meravigliose.

Innanzitutto ho trovato un paio di mutande non mie.
Non ho idea di chi siano, ma dato che sembravano pulite le ho indossate. E' stata una fortuna, perchè quest'estate ho perso quasi tutto il mio intimo all'arrivo in Senegal, visto che la mia valigia non è mai uscita dall'aeroporto di Dakar. O meglio, suppongo che prima o poi ne sia uscita, ma non insieme a me.
Va bene, diciamola tutta, me la sono dimenticata al controllo bagagli poco prima di lasciare l'aeroporto! Lo so, lo so, non è tanto normale, ma ero pieno di bauli miei e di altri, di scatoloni di medicinali, c'era caos, ero stanco, le zanzare, la malaria, i baobab, la testa pesante...

Ad ogni modo non ho più mutande e il ritrovamento di stamattina è stato un piacevole presente.
Ma niente in confronto al ritrovamento del carbone vegetale!